martedì 14 aprile 2009

MotoGP - Losail: un orribile reality


Il meteo imprevedibile e le necessità pubblicitarie e televisive hanno messo in scena un pessimo inizio di motomondiale. Speriamo nella prossima gara in Giappone

Niente pagelle, cari ragazzi, la gara non l'ho vista. Diciamo che ci sarebbero stati problemi per il rientro e che ho preferito esimermi dal seguire il round 1 della Moto GP. Aggiungo che ne avevo avuto a sufficienza delle due gare di domenica, autentico schiaffo morale (e non solo) a quel poco di amore per lo sport che c'è ancora in giro per il mondo.
Una classifica al quarto giro è come una partita di calcio giocata per dieci minuti, è un colossale coitus interruptus. Certo, la gara andava fermata e giustamente lo è stato fatto. Ma andava recuperata, come si è fatto per la MotoGP, oppure annullata, come si poteva fare per la MotoGP.
Francamente la cosa peggiore è stata la 250, l'unica gara vera. E non certo per la splendida prova di Hector Barbera e della sorpresa Jules Cluzel al quale batto le mani sul web dopo averlo fatto dal vivo a Losail. Quando ho visto sul monitor in sala stampa che la gara si sarebbe corsa sulla distanza di 13 giri, ho fatto una botta di conti. E il risultato è stato uno: ah, tutto fatto per avere la MotoGP puntuale in griglia, compresi i quindici minuti per le inquadrature con i piloti fermi in posizione!
E la voglia di andare via si è fatta forte, ma il bello non era ancora accaduto.
Sta per partire la classe regina e, come annunciato dal meteo dell'aeroporto di Doha che prometteva pioggia a partire dalle 23, alle 22 e 57 minuti sono cadute le prime gocce. Forse in tv non l'hanno fatto vedere ma TUTTI hanno esultato. Nel "Bronx", ovvero nel paddock di 125 e 250, ma anche in sala stampa quasi tutti sghignazzavano pensando alla sfiga cosmica che sembra seguire la Dorna, scatenando nuvoloni gravidi di pioggia anche nella penisola dell'Arabia nota come Qatar. C'è anche chi ha detto: "Andiamo in Sudan dove non piove da anni e salviamo il paese dalla carestia!".
Ma è quello che ho visto dopo che mi ha fatto male, ma che soprattutto ha fatto male allo sport. Le riunioni tra team manager per decidere quello che doveva essere deciso, cioè correre il giorno dopo. Ognuno a casa propria fa ciò che vuole, ma non ho visto applicato regolamenti e nemmeno un'autorità esprimere un parere. Ho visto soprattutto la disfida tra televisioni (inglese, italiana e spagnola) sull'ora in cui si sarebbe dovuto correre. Intanto i bravissimi ragazzi di Italia 1 hanno tenuto la diretta aperta per mostrare una gara che non c'era. Interviste, dietro le quinte, pareri, flash, immagini. Tutto bello e ben fatto, ma davvero mi sembrava di essere dentro un reality che una volta era uno sport. Quelli della TV sono così bravi che riescono a fare spettacolo anche mostrando una non-gara. E questo mi fa pensare che alla fine le corse siano solo un pretesto per fare uno show televisivo.
Questione di gusti: i reality non mi piacciono, quindi ho lasciato perdere le trattative per ritrovare un volo di rientro, magari passando per Oslo, ho salutato cortesemente e senza sbattere le porte, e mi sono detto: vado a casa e poi torno a Motegi e vedo com'è la situazione. Forse a Losail ho vissuto un incubo, ho visto la punizione divina a mezzo meteo per la superbia umana, spero di aver visto l'ultima gara in notturna della mia vita (oramai siamo rimasti in pochi, Rossi compreso, a dire che in moto si corre di giorno) e mi ripresenterò in Giappone con le motivazioni giuste per seguire il round 2 della MotoGP. Magari con un po' di lotta per la vittoria come vedo in Superbike, magari con meno polemiche e più divertimento, magari con qualche soldo in meno, ma con più gioia.
Faccio bene a sperare?

Fonte: www.motonline.com

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