Si svolge ogni anno tra gennaio e febbraio, a Loh/Thurmansbang-Solla, a una sessantina di chilometri a nord-ovest di Passau, sul confine tra Germania, Repubblica Ceca e Austria. Un'avventura di tre giorni e di due ruote al limite della resistenza per sfidare il freddo polare, le bufere gelate, la nebbia, con gli irriducibili che dormono in tenda.
Pubblico un'anteprima di racconto del mitico raduno dell'Elefantentreffen scritto dal "Triv":
L'arrivo, una passeggiata.
Il Ritorno: l'inferno.
L'elefante sembrava morto, ma era solo sopito e la notte tra sabato e domenica si è risvegliato. Oh, se si è risvegliato!
Al di la' dell'avventura del viaggio, che è si impegnativa ma varia da personaggio a personaggio (c'è anche chi si è fatto solo 100 Km contro i nostri 1600 di andata e ritorno), è il luogo e la scenografia che rendono il tutto assolutamente unico - folle - bellissimo.
Al calar della notte, centinaia di tende e falo' hanno riempito quella fossa (immaginate un cono tronco rovesciato).Fumo pazzesco, puzzo di "camino" in maniera infernale,rumore di voci, motori, un'atmosfera mista tra "balla coi lupi", "blade runner", "il gladiatore", "Mad Max", "I cowboys". Puo' piacere o no, ma un teepee indiano col fuoco dentro (!) o il nostro falo' per fare la polenta col formaggio, o (non so se fossero tedeschi, cechi o russi) una tenda con un girarrosto manuale in legno e ferro con sopra un quarto di manzo che cuoceva e veniva tagliato con un coltellaccio da far rabbrividire e davanti al treppiede la testa mozzata del manzo....una cosa fuori di testa (o non è piu' fuori di testa attendere 45 minuti ogni mattina la 90 per andare a lavorare?).
Prima, all'arrivo, fango (fino alle caviglie). Balle di paglia per fare la base per la tenda, fasce di legna (dio se erano pesanti, con tutto quel fango poi!) per fare il fuoco. Una fatica veramente pazzesca, ma fatta assieme la faceva apparire piu' accettabile. E l'elefante? MAH! sembrava morto. Ci si diceva "si, ok, fango alle caviglie, fatica per portare la legna, spargere la paglia, accendere il fuoco.... ma dove cazzo è finito l'elefante?" La risposta è arrivata al mattino. L'elefante dormiva ed i nostri pensieri idioti lo hanno fatto risvegliare. Incazzatissimo..
Infatti verso le sette, la domenica mattina, neve.NEVE.Tanta.Tantissima.e vento. Fortissimo. Una bufera che in mezz'ora ha coperto tutto, strade comprese. VIA DI QUI! PRESTO! Vento che faceva entrare neve dentro al casco anche con la visiera chiusa. E che ridere a risalire dal cono rovesciato. Decine di moto che slittavano e cadevano, pezzi di corda, fascette rotte, cocci di frecce lungo la strada, macchie di benzina che sporcavano una neve già imbrattata di liquidi e fango. Persone che spingevano la propria moto sudati fradici in quell'inferno. O forse paradiso, chissa'.
A me è andata bene, con moto e pneumatici adatti, ma c'è gente che nella risalita è caduta anche 5 volte e non appena cadeva sentiva (non dico vedeva perchè realmente è cosi', non li vedi...arrivano e basta) quattro o cinque persone che lo tiravano su e lo spingevano. Tutte le altre dieci o venti persone non facevano in tempo ad arrivare e via di nuovo in sella.. Dieci chilometri a venti all'ora con giu' i piedi in mezzo ad una neve ed un vento che rendeva difficile stare in piedi e ancor peggio schivare quelli che ti cadevano a fianco o davanti. E allora giu' il cavalletto, giu' dal cavallo e tira su la moto del malcapitato di turno. E via di nuovo. Fino a trovare la strada pulita. Ma con pioggia, tanta pioggia e freddo. Poi verso Monaco il vento. Proprio come lo scorso anno. Forte. E ancora pioggia e vento fino a innsbruck dove ha smesso di piovere. Forse ora si sta tranquilli e si viaggia bene, pensavo. Invece no.
Il brennero: grazie al cielo li' non nevicava ma il vento, altro che a Monaco!....raffiche improvvise che facevano cambiare corsia...e tutto questo fino a trento, dove l'elefante era ormai lontano e non ci vedeva nemmeno piu'. A quel punto rimanevano solo chilometri da fare.
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