Un privato con alle spalle un piccolo team italiano firma la prima pole del 2009. Provvisoria, certo, ma intanto tutti i boss sono dietro. Secondo e terzo tempo ad Haga e Haslam. Biaggi undicesimo
Phillip Island – Mondiale delle stelle? No grazie. La SBK è bella perché imprevedibile: aspetti Ben Spies, Max Biaggi o Noriyuki Haga e invece la prima giornata dello show 2009 sorride a Jakub Smrz, il privato che mette in fila tutti i grandi. Ci sono sette marche in pista e i quindici piloti ufficiali ma il segreto della SBK è proprio questo: anche da privato puoi farti valere, se sei capace di ruotare il gas dalla parte giusta.
L'impresa di Smrz, che ha girato in 1'32"312, è incredibile per parecchi motivi. Con la Ducati 1098RS "clienti" ha beffato proprio all'ultimo Noriyuki Haga, cioè colui che dovrebbe diventare – nelle intenzioni di Borgo Panigale – l'erede di Troy Bayliss. Il pilota della Repubblica Ceca, venticinquenne al terzo anno di SBK, è gestito dal team Guandalini, formazione bolognese nata nel 2003 e approdata al Mondiale la passata stagione. Mentre i team ufficiali hanno fatto almeno 3-4 uscite invernali, coprendo circa 3000 chilometri a pilota, Smrz si è allenato solo ad Almeria e Portimao, percorrendo solo 1000 chilometri. Tra l'alto Jakub è tra i pochissimi a non aver potuto saggiare Phillip Island la settimana scorsa. Ma in due ore ha recuperato il tempo perduto. "Jakub è un talento, ve ne accorgerete presto" commenta Pierfrancesco Chili, 17 vittorie in SBK da pochi mesi direttore sportivo del team Guandalini.
Smrz non è stata l'unica sorpresa. Perché dietro Haga troviamo Leon Haslam, 25 anni, scatenato con la Honda del team Stiggy, formazione svedese che – dopo qualche stagione di rodaggio in Supersport – oggi era al debutto in SBK. Il motore CBR-RR preparato dalla Oral, engineering modenese diretta dall'ingegner Mauro Forghieri, ex Ferrari F.1, ha pesantemente ridimensionato le moto gemelle dalla Ten Kate, tradizionale testa di ponte Honda in SBK: Kiyonari, caduto al mattino, ha concluso decimo, Carlos Checa (dolorante alla spalla ferita sabato scorso nei test) quattordicesimo e l'atteso baby Jonathan Rea diciassettesimo dopo due fuoriprogramma nella sabbia.
La pista molto calda (51°C nella qualifica pomeridiana) ha favorito i colpi di mano mettendo in crisi parecchi top rider. Ben Spies, primo nelle libere mattutine (34°C sulla pista), è arretrato in ottava posizione; per trovare Max Biaggi al ritorno sull'Aprilia bisogna scendere fino all'undicesimo mentre la BMW comincia l'avventura SBK partendo dalla sedicesima posizione di Troy Corser, vittima di una scivolata senza danni, come Shane Byrne e Luca Scassa.
Non sono posizioni esaltanti, considerando le ambizioni, ma prima di fare conclusioni affrettate date un'occhiata ai tempi, che sono ravvicinatissimi: da Smrz a Shane Byrne, quindicesimo, c'è appena un secondo. Quindi basta niente per far cambiare il vento.
Spies è già temutissimo: aggredisce la pista come un matto, sembra sempre sul punto di cadere e invece il cronometro brilla, anche sulla distanza. La Yamaha (dieci giri sul ritmo di 1'33"5) è andata più forte della Ducati: Haga ha fatto sedici passaggi di fila partendo bene ma finendo in 1'35" alto e la gomma semi-distrutta. Biaggi con la gomma migliore ha fatto solo sei passaggi, ma velocissimi: 1'33" basso. Il piazzamento quindi non rende affatto l'idea del potenziale dell'Aprilia che – anche se un po' a sprazzi – è andata forte pure con Shinya Nakano finito sesto nella sessione ma decisamente più lento di Max come ritmo.
Indicazioni da prendere con le molle perché qui basta che la temperatura cambi di pochi gradi per mandare a pallino tutte le previsioni. Infatti Biaggi resta cauto. "La moto vibra molto in ingresso curva, è lo stesso problema che avevamo nei test e siccome nel frattempo non è arrivato nulla di nuovo, ce lo aspettavamo - dice Max - L'aspetto positivo della vicenda è che non siamo troppo lontani".
In effetti l'Aprilia sembra in grado di essere protagonista da subito mentre la BMW, altra novità attesissima, pare fare un po' fatica. "Ogni volta che entriamo in pista si migliora" - aveva detto Corser alla vigilia, alludendo al bilancio dei test. Il primo esame vero invece è andato così così. In ogni caso l'australiano è a soli 1"065 dalla vetta e non è dato sapere se ha ottenuto il giro veloce con la gomma più soffice (che con il caldo basta appena per 2-3 giri) utilizzata dai piloti delle prime posizioni. La Suzuki, per esempio, sembra messa bene con Neukirchner quarto davanti a Kagayama. Ma con il caldo le coperture si consumano in fretta e il passo gara langue.
Tra dubbi e speranze le squadre domani affronteranno per la prima volta la nuova Superpole ad eliminazione. E anche questo sarà un bel rompicapo perché la Pirelli darà solo due gomme supersoffici ai venti qualificati: spararne una nella prima uscita, per entrare nei sedici, oppure utilizzare una gomma da gara soffice e risparmiare le due soft per andare a caccia della pole nelle due sessioni decisive? Ricordiamo che ogni turno dura solo 12 minuti, e nel mezzo ci sono pause di 7 minuti esatti; ogni volta i tempi si azzerano e si ricomincia. La formula è uno show ma le sorprese fioccheranno. Tenetevi forte, ne vedremo delle belle.
Fonte: www.motonline.com
Nessun commento:
Posta un commento