Tra le Case la KTM è stata la prima a presentare la Supermoto, poi sono arrivate la Ducati con la Hypermotard e la BMW con l'esclusiva – in primis per il prezzo - HP2 Megamoto.
Ora è il momento dell'Aprilia che, forte dell'esperienza e dei successi maturati sui campi di gara con la SXV, ha presentato la Dorsoduro che rispetto alle rivali ha, tra le altre cose, il pregio di costare decisamente meno.
Disegnata dal centro stile Aprilia guidato da Miguel Galluzzi (il padre della celebre Monster), la Dorsoduro esprime aggressività da qualsiasi parte la si osservi.
Merita un plauso in particolare il posteriore con il codone alto in cui sono integrati i terminali.
La supermotard di Noale monta il motore bicilindrico a V di 90° da 750 cc già visto sulla Shiver, qui però in versione "depotenziata" a 92 CV. Come sulla naked anche sulla Dorsoduro è presente l'acceleratore elettronico ride by wire e la possibilità di utilizzare tre differenti mappature: sport, touring e rain.Il telaio è composto da una parte posteriore in alluminio e da una anteriore in tubi d'acciaio. Questa soluzione, come dichiarato dai tecnici di Noale, consente di offrire una ottimale flessibilità torsionale. Le sospensioni sono entrambe regolabili nel freno idraulico in estensione e nel precarico. La forcella è una Showa da 43 mm, mentre il mono è prodotto dalla Sachs. L'impianto frenante - marcato Aprilia - vede all'opera dischi wawe sia all'anteriore (lavorati da pinze ad attacco radiale a quattro pistoncini) sia al posteriore.
La Dorsoduro sarà disponibile da maggio nei concessionari a 8.990 euro c.i.m. in tre differenti colorazioni: rossa, grigia e nera. Ma cambiare colore all'Aprilia sarà semplicissimo, basterà infatti sostituire le fiancate e il parafango e avrete una nuova moto. Ed è facile aspettarsi a breve numerose possibilità di personalizzazione. Nei prossimi mesi saranno inoltre disponibili la versione da 25 Kw, quella dotata di ABS e arriveranno una ricca serie di accessori dedicati.
L'Aprilia Dorsoduro non fa nulla per nascondere la sua parentela con la SXV e a chi pensava si trattasse solo di una Shiver motardizzata dovrà ricredersi. La sella è alta, ma essendo stretta anche i piloti sotto al 1,70 cm riusciranno a toccare i piedi a terra.
Il manubrio largo, la marcata svasatura del serbatoio e il lungo e piatto piano di seduta consentono di guidare la Dorsoduro in maniera attiva, sentendo la moto in ogni minima sfumatura. Si ha insomma la sensazione di avere tutto sottocontrollo, fin dai primi metri. Girando il gas la risposta del motore è molto differente in base alla mappatura selezionata. A noi è piaciuta in particolare la Touring che offre un'erogazione meno appuntita di quella Sport e di conseguenza più gustosa su strada fin dai bassi regimi. La rain, lo dice la parola, taglia decisamente la potenza ed è l'ideale quando l'asfalto diventa viscido, soluzione che limita le perdite di aderenza. Nella nostra prima presa di contatto abbiamo apprezzato l'inserimento preciso e veloce in curva. L'anteriore è molto comunicativo, bisogna però imparare a gestire la potenza del freno anteriore che ha una risposta davvero aggressiva. Più modulabile il posteriore. La Dorsoduro, a fronte di un interasse più lungo della Shiver e di una gomma posteriore a nostro avviso fin troppo generosa, è risultata davvero maneggevole. Ma allo stesso tempo tanta reattività alle basse andature non si traduce in un comportamento nervoso alle alte velocità, situazione in cui la Dorsoduro risulta stabile e ben precisa. Se in Aprilia avevano in mente il concetto di "fun-bike" possiamo quindi affermare che l'obiettivo è stato centrato e aspettiamo di provare questa motard nel nostro centro prove per vedere se le positive sensazioni che abbiamo riscontrato si tradurranno anche in interessanti dati oggettivi.
Fonte: http://www.motonline.com/
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