Abbiamo testato la Harley-Davidson XR 1200, la nuova naked sportiva di Milwaukee.
Lo stile si ispira alle H-D XR 750, moto da Flat Track che corrono sugli ovali di terra battuta, ma la XR 1200 è una stradale vera, potente ma facile da usare.È anche la prima Harley-Davidson ideata e progettata specificatamente per il mercato europeo: negli USA infatti non verrà commercializzata, almeno per il momento.
Sarà disponibile indicativamente da giugno in tre colorazioni: arancione, grigia e nera, a 12.000 eruo per le prime due, 11.800 la versione “all black”.
Come è fatta:
Il motore è derivato dalla famiglia Sportster: si tratta infatti dell’Evolution di 1.200 cc raffreddato ad aria, ma debitamente vitaminizzato. Vengono infatti dichiarati ben 91 CV a 7.000 giri, che equivalgono anche al regime massimo di rotazione raggiungibile da questo propulsore. La coppia invece è di 10,2 kgm a soli 3.700 giri. La XR 1200 adotta un nuovo il sistema di iniezione, che sfrutta un solo corpo farfallato da 50 mm. Allo scarico troviamo un impianto con schema 2-1-2 e con i collettori raggruppati scenograficamente sul lato destro della moto, che terminano in due silenziatori sovrapposti.La ciclistica unisce al classico telaio a doppia culla in acciaio un massiccio forcellone in alluminio. Ad esso sono vincolati due ammortizzatori, regolabili nel solo precarico molla. Davanti invece fa bella mostra di sé una poderosa forcella a steli rovesciati da 43 mm, priva però di qualsiasi regolazione. Su cerchi in lega d’alluminio sono montati pneumatici Dunlop Qualifier nelle misure 120/70-18” davanti e 180/55-17 dietro. Infine i freni: anteriormente c’è una coppia di dischi da 292 mm morsi da pinze a 4 pistoncini, mentre dietro il disco singolo da 260 mm lavora insieme ad una pinza flottante ad un solo pistoncino.
Come va:
La sella bassa (742 mm) e il largo manubrio stile Dirt Track aiutano a prendere confidenza con una moto per cui vengono dichiarati 250 kg di peso a secco. Certo non pochi e difficili da gestire durante le manovre da fermo ma mai problematici una volta inserita la prima marcia.Il motore è pronto, corposo e con una voce davvero suadente. Spinge forte e con vigore a tutti i regimi. La ripresa è progressiva e senza strappi dai 2.000 giri. Peccato per il cambio, con innesti duri e rumorosi, ma precisi. Anche la frizione richiede un po’ troppo sforzo per essere azionata e questo può stancare, soprattutto in città, dove l’uso è più frequente. Le vibrazioni, trattandosi di un motore Harley, fanno parte del gioco: sulle pedane e, in misura minore, sul manubrio diventano intense dopo i 4.000 giri. I grossi pneumatici sembrano, almeno nei primi km, ridurre di molto la maneggevolezza della XR 1200. Tra le curve però scopriamo un buon feeling con queste coperture che, una volta scaldate, offrono un eccellente grip, che consente di limare le pedane sull’asfalto senza problemi. La massa importante, l’interasse non certo ridotto (1.510 mm) e sospensioni con taratura stradale non invogliano a forzare troppo il ritmo: per essere goduta al meglio, la XR 1200, va condotta con una guida pulita, rotonda. Inutile cercare la staccata al limite (anche se i freni Nissin svolgono egregiamente il loro dovere), piuttosto è consigliabile raccordare curve e tornanti con linee pulite, magari usando il freno posteriore per correggere l’assetto, quando necessario.
Fonte: http://www.motociclismo.it/
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