Il ragazzo di Forlì ha macinato per mezza gara il passo dei "big" con una moto che non ne aveva quanto quelle ufficiali. Alla fine è caduto, ma ci ha provato e, sostiene, ha imparato molto.
A me piacciono le gare e a questo punto mi viene in mente una frase di Andrea Dovizioso da Forlì che mi dice:
"Tu non hai un'idea di quanto sangue bisogna sputare per arrivare undicesimo. Nella Moto GP di adesso non puoi mollare mai, altrimenti ti passano come fossi fermo".
Bravo Andrea, mi sei piaciuto e non solo per questa frase. La tua gara dell'Estoril fatta con il coltello tra i denti, a duellare con i primi con una moto che sul dritto va una decina di chilometri orari in meno rispetto alla "cugina" di Pedrosa. Qualcuno dirà che se Andrea se ne fosse stato calmo e tranquillo, adesso avrebbe un bel quarto posto in più in classifica. Invece no, Dovi ci ha provato, è andato all'attacco, sempre u pelo sopra il limite, fino alla caduta. Ma in quei giri, dice lui:
"Ho imparato molte cose. Ho visto dove e come frenano loro, come raddrizzano la moto, che passo puoi tenere".
La grande scuola è quella che ti fanno quelli che stanno davanti, un ristretto club di gente che non solo va forte, va anche fortissimo. Una scuola che non ha il "6 politico", la promozione assicurata, ma è vecchio stile: dura, selettiva, classista e incline alla bocciatura. Allora, cosa ne pensate di Andrea: ha fatto bene ad andare all'attacco rischiando e cadendo?
Fonte: http://www.motonline.com/
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