A confessarci, persino, un timore legittimo: quello che la Superbike possa diventare a breve un competitor, grande e bello come non lo è mai stato. Le case hanno fatto il possibile per farci sapere che aumenteranno il loro impegno nelle derivate di serie, con l'arrivo di Bmw, Aprilia e Ktm. Il parco partenti in Superbike è numericamente più ricco.
Per il resto si tratta solo di capire con oculatezza cosa si sta guardando.
Le Gp sono moto tecnologicamente molto più evolute, più performanti, e richiedono una precisione di guida iperbolica.
Le derivate sono più semplici, si muovono di più, girano più piano, si soprassano molto, ma il livello tecnico e qualitativo generale resta inevitabilmente più basso.
A fronte di una crisi economica denunciata più spesso dai team della MotoGp che fanno fatica a trovare chi finanzi i loro sforzi, ci pareva che fosse necessario qualcosa di drastico. Perchè la griglia di partenza della MotoGp con 18 soli piloti è striminzita. Ci pareva, appunto, e ci pare ora molto meno. E' bastata una gara per annullare i dubbi, per rimetterli a dormire un'altro po'. Una gara, quella del Qatar, che ci ha ricordato con violenza che tutti quei campioni del mondo in pista tra vecchi (si per dire) e giovani (molti) sanno ancora fare la differenza.
Non tanto sulla Superbike, poichè riteniamo che il paragone sia irrispettoso e ingiusto nei confronti di una serie che resta comunque intelligente e ultraspettacolare.
La Gp del Qatar piuttosto ha fatto la differenza su se stessa, sulla stagione 2007. In fin dei conti non c'è stato nessun motivo per rimpiangere i Checa, i Barros, tutti quei vecchi campioni che negli ultimi due/tre anni, hanno smesso o sono migrati altrove.
L'occasione di un rilancio è arrivata con i Lorenzo, i Dovizioso, i Toseland, con un ricambio che nel 2007 semplicemente non si poteva attuare, lasciando che uno straordinario Stoner da una parte ed un Rossi in difficoltà dall'altra, togliessero semplicemente del sale e del pepe a gare che si consumavano senza duelli, se non rari. L'abbassamento di età è stato naturale e vincente, le regole hanno richiesto una stagione di adattamento. Ma in Qatar il gruppo, per quanto esiguo, ha funzionato. Saranno anche soltanto diciotto, ma per una gara così ad ogni Gp, vinca chi vinca, metteremmo la firma adesso. Con buona pace di confronti inutili e preoccupazioni invernali.
di Guido Meda
Fonte: http://www.sportmediaset.it/
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