Lo spagnolo Ramon Forcada è uno dei tecnici più esperti del Motomondiale: la sua carriera è iniziata nel 1989 con la JJ Cobas in 250, poi è proseguita in 500 e in MotoGP nel team Pons seguendo piloti come Checa, Kocinsky e Barros. Nel 2007 è tornato nuovamente al fianco di Carlos Checa nel team Honda LCR, dove nel 2006 aveva lavorato con Casey Stoner.
“Jorge ha svolto un lavoro eccellente durante i test invernali per capire a fondo la moto: con la M1 è importante trovare un buon compromesso di assetto per premiare sia l’ingresso in curva che la fase di accelerazione, in uscita, e lui ha trovato subito un buon bilanciamento. Guida molto pulito ed è molto costante. Come i grandi campioni riesce a replicare la stessa velocità per tanti giri: questo aiuta i tecnici a capire se una modifica sulla moto è valida oppure no, ossia se fa guadagnare in termini di tempo sul giro oppure no. Dall’esterno sembra che Jorge abbia una guida aggressiva, invece è molto pulito: un aspetto che si vede chiaramente dai dati della telemetria. Forse sotto alcuni aspetti guida ancora un po’ come se la moto fosse una 250, ma migliorerà”.
Cioè? Porta troppa velocità in curva?
“Sì: dipende dalle piste, ma in generale vuole sempre ottenere una velocità di percorrenza molto alta. Questo è senza dubbio positivo, ma con la MotoGP vale soltanto se si riesce poi ad accelerare nel momento giusto, allora sì che si va forte. Altrimenti meglio sacrificare in alcuni casi la percorrenza. Però sembra che Jorge riesca sia a girare forte la curva che ad aprire il gas al punto giusto, quindi...”.
Lorenzo, insomma, non ha punti deboli…
“No, per il momento no”.Ti ha sorpreso questa sua rapidità nell’apprendere e nell’arrivare al vertice?“Un po’ sì, però già dal primo test ho capito di avere davanti un pilota con tanta voglia di imparare, disposto ad ascoltare tutti per capire il più possibile come andare forte. Ha una determinazione incredibile, non è mai contento perché vuole sempre di più, e per arrivare al risultato lavora tantissimo. Passa tantissimo tempo ad analizzare i dati per capire dove migliorare, e alla fine ce la fa”.
L’impressione è che Lorenzo in 250 qualche volta si innervosisse, quando qualcosa non andava. Adesso?
“Beh, è così per tutti i piloti perfezionisti, che cercano sempre il massimo. È normale che lui voglia sempre che sia tutto perfetto: è la strada giusta per arrivare al risultato. Oggi in MotoGP basta qualche millesimo in più per perdere tre o quattro posizioni sullo schieramento…”.
Lorenzo sa già gestire al meglio tutti i parametri con cui non aveva a che fare in 250, ossia i controlli elettronici in accelerazione e in frenata?
“Sì, non ha incontrato nessun problema a gestirli: se tutti i parametri dei controlli sono giusti, un pilota che guida bene quasi non sente quando entrano in funzione… Il nostro freno motore, ad esempio, è molto valido, e forse è anche per questo motivo che Jorge sente la M1 un po’ come una 250 ed è portato a guidarla quasi come fosse una duemmezzo”.
Fonte: http://www.gpone.com/
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